Da qualche tempo si sta registrando il fenomeno che molti pazienti non rispondono più in modo efficace alla terapia con farmaci per l’impotenza.
Molti medici, la maggioranza, asseriscono che non esiste il fenomeno della assuefazione agli inibitori della PDE5.
In realtà ci sono molte testimonianze, probabilmente ed erroneamente non prese sul serio, che indicano che questo fenomeno esiste, ma non se ne conoscono i meccanismi esatti.
Alcuni pazienti raccontano di una cessazione dell’attività del farmaco anche da un giorno all’altro.
Una improvvisa non risposta al farmaco potrebbe anche essere dovuta ad un peggioramento della causa della disfunzione erettile.
Di fatto i casi sono milioni e non è possibile al momento esprimersi con assoluta certezza a riguardo; di certo sappiamo che in soggetti prima responders e successivamente no-responders non si avevano differenze significative degli esami clinici e strumentali prima e dopo.
Qui di seguito abbiamo cercato di analizzare le possibili cause di inefficacia
Quali sono le cause di inefficacia dei farmaci contro l'impotenza?
- Carenza di stimolo erotico
- Dosaggio insufficiente
- Tono ansioso:
1.timore di effetti collaterali.
2. eccessiva attenzione agli effetti del farmaco
3. scarsa spontaneità
- Comorbilità non trattate
- Fattori relazionali paziente / partner (es. ansia nel ripristino dell’attività sessuale dopo astinenza prolungata)
- Somministrazione non corretta (modi, tempi, contemporanea assunzione di alcool, ecc.)
Tutto questo può portare ad un crollo verticale dell’autostima e bisogna in questo caso intervenire immediatamente .
Come si può ripristinare l’effetto dei farmaci contro l’impotenza?
Molte sono le armi in possesso dell’andrologo ma bisogna assolutamente evitare in prima istanza terapie molto invasive potenzialmente devastanti per la psiche del paziente.
Un primo livello terapeutico potrebbe essere l’associazione di farmaci orali con applicazione della Prostaglandina crema intrauretrale (VITAROS). Questa soluzione è pochissimo invasiva e se correttamente applicata sotto la guida dell’andrologo può risolvere moltissimi casi che fino ad ora venivano trattati solo con terapia chirurgica o con iniezioni intra-cavernose di PGE1.
A questa terapia si può ulteriormente associare (o anche essere messa in atto da sola) l’utilizzo del Vacuum device, un dispositivo medico che se usato correttamente e con continuità risulta essere molto efficace per la riabilitazione dei corpi cavernosi del pene.
Come si può vedere molte cose si possono fare ma la regola comune è che le strategie terapeutiche vengano applicate con gradualità e con estrema correttezza evitando assolutamente il dannosissimo “fai da te”.