Antica è la storia del vino. L’incontro tra l’Homo Sapiens e la vite selvatica eurasiatica sarebbe avvenuto più o meno nel Medio Oriente circa due milioni di anni fa. Il prodotto fermentato di queste bacche era così gradito che i “vari gruppi nomadi tornarono tutti gli anni alle stesse viti” (ipotesi paleolitica di P. McGovern “L’archeologo e l’uva”). La vite ed il vino verosimilmente svolsero un certo ruolo nel passaggio dal nomadismo alla stanzialità. Il vino nella sua accezione più moderna è nato invece dalla domesticazione della vite selvatica e dalla fermentazione dell’uva nel 4° millennio a.C. sull‘altopiano del Kakheti in Georgia, ed ha accompagnato il cammino della Civiltà dell’Uomo Mediterraneo.
Presso gli Egizi aveva funzioni analgesiche, antimicrobiche, afrodisiache, stimolanti o psicoattive. Tali proprietà si facevano risalire agli Dei. Come si realizza il processo di trasformazione dei chicchi in quel liquido meraviglioso è rimasto ignoto per secoli fino ad i tempi moderni quando Pasteur lo ha spiegato mirabilmente.
Proprietà del vino
Liquido magico apprezzato dagli uomini e gradito agli dei, talvolta dagli uni contro gli altri e viceversa per ubriacare, addormentare ed in alcuni casi uccidere (vedi il caso di Polifemo). Se non assunto con moderazione può portare alla degradazione umana fino alla morte.
L’Aura Divina che lo accompagnato nei millenni è ancora presente e misteriosa, ma ogni giorno scopriamo qualità insospettate che lo rendono sempre più desiderabile. Il vino infatti può essere considerato un cibo per la sua complessità più di 600 sostanze, e pare che ce ne siano (da studi recenti) fino a duemila. L’apparente freddezza della chimica legata all’accogliente intimità della convivialità rende il vino unico. Prima i Greci e poi i Romani avevano compreso il potere del vino quale elemento di connessione tra le due entità umane: il corpo e l’anima. La prima che costringe, limita l’altra.
Il vino nella storia
E allora il vino libera l’anima e rende il corpo più disponibile al mondo, agli altri, di fatto all’ Amore ed infine all’Eros. Le barriere culturali, sociali, razziali, di genere saltano esattamente come accadeva nell’antichità durante i riti dionisiaci caratterizzati da cortei mascherati di uomini liberi, schiavi, donne tutti accomunati dall’inebriante liquido. E proprio questa caratteristica, una piacevole perdita dei sensi, uno stordimento agognato e generato dall’alcol, sostanza non conosciuta allora, rendeva il vino attrattivo ai nostri padri. I Romani questo si aspettavano dal vino. Scoprire odori, voluttuosi sapori, dolci sensazioni papillari da condividere con le persone amate è venuto dopo. Nei tempi moderni, già dal ‘700, il vino si è emancipato ed ha arricchito l’uomo assistendolo nella sua crescita culturale e sociale. Non è esattamente un cibo ma è l’unico elemento costante sempre presente su una buona tavola arricchendola piano piano. La convivialità prima del pasto non è la stessa di quella durante e soprattutto dopo, accompagnata da un buon vino. Il vino è essenzialmente emozione, eleganza, classe, raffinatezza che viene dall’attesa e dalla moderazione: “Un grande Vino è fatto di piccoli sorsi” (L. Moio). Il profumo del vino, quello che noi subito cogliamo ed apprezziamo, l’aspetto sensoriale più straordinario che si è affinato nei secoli, è il linguaggio della sua storia, delle sue tradizioni, del suo territorio nel suo insieme complesso ed articolato (terroir come lo chiamano i francesi). “Il vino è un mondo intero in un bicchiere” (Richard Feynman, Premio Nobel per la Fisica nel 1965).
Il vino e Eros
Ma questo liquido magico è ancora altro. La sua chimica ricca di elementi complessi è intimamente legata alla SALUTE SESSUALE migliorando il microcircolo e la funzione cardiaca, supportando l’umore e abbattendo barriere fisiche e psicologiche. Questa realtà scientifica oggi documentata dà forza a quanti hanno scritto di vino nei secoli e faceva dire al poeta e filosofo Nicolas Bilenau, ai tempi di Luigi XIV: Si è sapienti quando si beve bene, chi non sa bere non sa nulla. I miti legati al vino sono ancora presenti ed alcuni notoriamente falsi. Sul sito Altroconsumo, il 21 aprile 2016, vengono smascherate alcune false leggende della tradizione popolare come: non mischiare vino bianco e rosso, il vino fa buon sangue, con il pesce va servito sempre vino bianco, il rosso va sempre servito a temperatura ambiente, e via discorrendo.
Addirittura una nota di VitaeSalute.net del febbraio 2016 con sottotitolo “Le antibufale” afferma che i dati riguardo al rasvetrarolo, presente in grande quantità nel vino rosso, furono falsificati dal padre della sua scoperta. Ma alla fine certo è che il vino è vissuto da una parte come occasione di evasione e trasgressione e dall’altro di sicurezza, di quiete degli affetti di convivialità che concilia l’amore ed i sensi ovvero l’EROS. “Eravamo polvere e polvere diventeremo. Ma tra una polvere e l ‘altra un buon bicchiere di vino non può far certo male”. (proverbio Yiddish).